Casa Paladin: quando a essere premiato è uno stile

Tre “5 Grappoli” di Bibenda 2017, una menzione speciale della guida “VITAE” 2017 e tanti altri riconoscimenti per le aziende di CASA PALADIN: un successo che va oltre i singoli premi

 

Dopo anni di duro lavoro, importanti investimenti, consapevole fiducia riposta sul proprio progetto di “Viticoltura ragionata”, CASA PALADIN raccoglie i frutti di una splendida “vendemmia”. Nell’ottobre 2016 conquista, infatti, alcuni dei più prestigiosi premi dell’enologia italiana, che si sommano a un anno di riconoscimenti ottenuti su più fronti dalle varie aziende del Gruppo: Paladin Vigne e Viti (Veneto), Bosco del Merlo (Veneto, Friuli Venezia Giulia), Castello Bonomi (Lombardia) e Premiata Fattoria di Castelvecchi (Toscana).

Premi che non parlano soltanto di vini eccezionali, ma soprattutto di uno stile e di un metodo imprenditoriale di alto profilo, come traspare dalla motivazione che accompagna la menzione speciale della guida “VITAE” 2017 by Associazione Italiana Sommelier per Castello Bonomi di CASA PALADIN: “vini che hanno contribuito a imprimere una svolta produttiva al territorio di origine, che rappresentano modelli di riferimento di indiscusso valore nella rispettiva zona, o che hanno strappato all’oblio e riportato all’attenzione del settore vitigni dimenticati”. Vitae 2017 premia inoltre con le 4 VITI (Certificato di Eccellenza) Lucrezia Etichetta Nera Castello Bonomi.

A conferma di questo modus operandi, va ricordato come i “5 Grappoli” siano stati assegnati a Lucrezia Etichetta Nera 2006 e a Dosage Zèro 2009, due Franciacorta di Castello Bonomi, che si avvicendano al Rosé Riserva 2006 e al CruPerdu 2004 della stessa tenuta, vincitori lo scorso anno del massimo premio di Bidenda. “Quello che conta non è, quindi, l’exploit di un singolo prodotto enologico, ma la capacità di essere sempre ai massimi livelli su tutta la linea della nostra produzione”, ricordano i fratelli Lucia, Carlo e Roberto Paladin. A confermare questa qualità totale “senza compromessi” è anche l’altro vino premiato con i “5 Grappoli” di CASA PALADIN: il Vineargenti di Bosco del Merlo, che riconquista l’ambito riconoscimento dopo ben quindici anni. Questa Riserva preziosa, da uve 70% Merlot e 30% Refosco dal Peduncolo Rosso, si veste ancora dell’originaria etichetta in argento del Maestro Fabrizio Plessi, che ha contribuito a renderla memorabile: un incontro d’autore tra enologia e arte, che mantiene il suo valore inossidabile nel tempo.

Questi sono lo spirito e la coerenza di CASA PALADIN, una realtà rigorosa e creativa, con radici venete e rami che fruttificano nel mercato mondiale, fedele a una filosofia vitivinicola che esalta il rapporto vitale tra uomo e natura, tra tradizione e innovazione, l’incontro fertile tra terra e passione.

A parlare di passione, dedizione e grande apertura al mercato mondiale sono anche i successi dell’ultima ora: la Medaglia d’Argento (91 punti) ottenuta da Capotondo 2014 Castelvecchi e la Medaglia di Bronzo (88 punti) ricevuta da Prosecco Millesimato Brut Bosco del Merlo al Decanter Asia Wine Awards, i cui risultati sono appena stati resi noti. E poi ancora le 4 stelle di “Vini Buoni d’Italia” 2017 vinte da CruPerdu, Gran Cuvée, Dosage Zéro; le 4 stelle e la Corona della medesima guida vinte da Lucrezia Etichetta Nera, che è anche “Grande Esordio” in Veronelli 2017; il premio TOP HUNDRED dei giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti assegnato a Gran Selezione Madonnino della Pieve Castelvecchi; l’Oscar per l’ottimo rapporto qualità/prezzo nella guida Berebene 2017 del Gambero Rosso assegnato a Chardonnay Bosco del Merlo.

La famiglia Paladin sarà impegnata in premiazioni e serate di gala da qui fino a dicembre, tra Milano, Roma, Torino e Merano. Viaggi fatti col sorriso e con la consapevolezza di aver dato, ancora una volta, il massimo nei territori in cui opera.